Il preziosissimo Sangue di Cristo #17

#17

Il dolore ed il soffrire hanno un profondo significato, perché sulla terra fanno parte dell'esperienza di ogni uomo, e sia chiaro di OGNI uomo, tutti soffrono e tutti provano dolore, c'è chi non lo riconosce e ne segue i moti, ed in questo non si fa santo, infatti non è il dolore che santifica, sebbene si possa dire che giustifica, ma, bensì, come ebbe a dire San Giovanni Bosco, è la pazienza che santifica, non certo il dolore, la sopportazione del dolore con la pazienza che santifica, perché l'aver sofferto resta, ma il dolore passa. Così il Sangue di Cristo non è potente perché frutti di dolore, ma perché reso, con la pazienza, da colui che è stato Crocifisso, ma, che invece di maledire e abbandonarsi al mondo, come ogni uomo avrebbe fatto, invece si è dato al Padre Suo, che è Dio, ed in questo è stato paziente <<fino alla morte, ed ad una morte di croce>>.

La morte di Cristo ha una portata universale: ”Uno è morto per tutti e quindi tutti sono morti” (2 Cor 5, 14). 

Quindi, perdonate la mia stoltezza... Ritengo si tratti di una pazienza universale, una sopportazione, se così vogliamo parlare della pazienza, verso le stoltezze di tutti gli uomini, e quindi una sapienza che comprende tutto le cose. Se siete Greci e cercate la Sapienza: è quel Gesù Cristo la Sapienza, e se cercate miracoli come i giudei, è quel Crocifisso il Miracolo che stavate aspettando. 

Come Ai Corinzi scrive a modo di manifesto: “I Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio” (1 Cor 1, 22-24)

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